Complessità - Aprile 2022
Complessità è una parola che frequenta assiduamente il linguaggio aziendale e in questa sua presenza è spesso accostata al termine complicazione. Invero, si tratta di due parole che si propongono di definire una situazione, un problema che ci si trova a vivere e ad affrontare. Ambedue esprimono i tratti della realtà vissuta e come tali, a volte, vengono confusi e usati quasi come sinonimi quando, invece, possiedono un loro puntuale profilo semantico.
Quand’è, dunque, che ci si trova di fronte ad un problema complesso e quando, invece, si è a fronte di un problema complicato?
Una risposta a questa domanda può venire dall’etimologia dei due termini.
In questa prospettiva si apprende che “complicato” deriva dal latino “complicare” e sta ad indicare qualcosa di piegato, di avvolto su se stesso.
Un problema è “complicato” quando nella forma in cui si presenta gli elementi che ne forniscono la soluzione sono nascosti, non immediatamente visibili. Elementi che possono, però, essere individuati e decodificati per pervenire alla soluzione ricercata. Lo si può fare “scomplicando”, semplificando, sbrogliando e scomponendo il problema nelle parti che lo compongono, sulla base di specifici criteri e modelli di ragionamento validati nel tempo.
Un problema complicato, dunque, può essere più o meno difficile da risolvere, ma ha una soluzione, un’unica soluzione corretta, alla quale si può pervenire grazie ad opportune metodiche.
Problemi complicati in azienda possono riguardare la rilevazione della produttività, la misurazione dei costi, la ricerca di un errore nella contabilità, la sistemazione logistica degli impianti, l’allestimento dei più idonei sistemi di sicurezza e così via.
In questo caso la decisione si fonda su criteri di razionalità quindi su percorsi logici di tipo sequenziale e matematico che portano alla soluzione del problema.
Il termine “complesso”, invece, trova la sua radice etimologica nel latino “complèxus” e sta per qualcosa di intrecciato, composto da una molteplicità di parti collegate tra loro e dipendenti l’una dall’altra.
Una situazione risulta complessa perché originata dall’intreccio, più o meno ingarbugliato, di elementi che interagiscono tra di loro generando situazioni di disordine, dubbio, indecisione, confusione.
Come tale va considerata nella sua globalità e calata nel contesto in cui si presenta che, per parte sua, risulta del tutto incerto, al limite dell’imprevedibilità, per il divenire, oggigiorno sempre più vorticoso, delle svariate parti che lo costituiscono.
Ogni problema che accoglie relazioni tra persone - portatrici di progetti, di emozioni, di stati d’animo, di temperamenti, di motivazioni, di desideri - è per sua natura più o meno complesso e come tale può proporsi sia nelle relazioni interne all’azienda, che in quelle che l’impresa intesse con tutti i soggetti esterni con i quali interagisce.
Problemi complessi sono quelli che si rilevano nei momenti di riorganizzazione delle attività, di crisi aziendali o di turbolenza ambientale come quella che le imprese si trovano a vivere in questi giorni a seguito della guerra in Ucraina.
In questi casi non esiste una soluzione unica corretta, ne esistono tante possibili il cui valore non è valutabile a priori e alle quali non si può pervenire sulla base delle semplici regole della razionalità. E’, infatti, necessario aprire il campo all’intuito, cioè alla capacità di cogliere con immediatezza il senso delle cose, all’immaginazione, cioè alla capacità di vedere al di là di quello che la realtà propone e al pensiero laterale, cioè alla capacità di uscire dal pensiero logico sequenziale per percorrere strade inesplorate.
Le decisioni passano, così, da una valorizzazione delle capacità cognitive, emozionali e sociali del management, passano dall’intelligenza manageriale, rappresentata dalla capacità di leggere tra le righe del cambiamento con competenza, empatia e cuore, per costruire un senso alla situazione che si vive e su quelle basi decidere le azioni da intraprendere.
Ogni giornata nell’impresa è popolata da un groviglio di problemi, più o meno, complicati e complessi ed è in questo intrecciarsi continuo di complessità e complicazione che sta il fascino del vivere l’impresa.