Intraprendenza, innovazione e sperimentazione: un modello che continua a decretare il successo del “made in Italy” anche nel settore del vino. Ne è testimone l’esperienza della Barone Ricasoli, la piu’ antica casa vitivinicola italiana (anno fi nascita 1141) e la più grande del Chianti Classico, la cui proprietà nel 1993 è tornata in Italia con la riacquisizione da parte della famiglia Ricasoli.
L’azienda guidata da Francesco Ricasoli è stata la prima nel nostro paese a finanziare un progetto di zonazione dei propri terreni coltivati a vite, i 230 ettari situati attorno al Castello di Brolio tra i comuni di Gaiole in Chianti e di Castelnuovo Berardenga.
I risultati della ricerca sono pubblicati e illustrati nel volume a cura di Edoardo A.C. Costantini “Oltre la zonazione” (Polistampa, pp. 184, euro 32), che è stato presentato a Firenze giovedì 23 maggio nella Sala Verde di Palazzo Incontri (via dei Pucci, 1) con interventi di Francesco Ricasoli, Massimiliano Biagi, Simone Priori, Nadia Vignozzi, Stefano Mocali, Valentina dell’Oro e Sandro Conticelli, coordinati da Zeffiro Ciuffoletti.
La zonazione viticola è una disciplina scientifica che realizza la suddivisione del territorio sulla base della comprensione delle relazioni che s’instaurano tra la vite e l’ambiente. L’analisi del suolo e della sua composizione è svolta allo scopo di produrre e organizzare per aree, o “zone”, informazioni utili per la gestione agronomica dei vigneti e per i procedimenti di vinificazione delle uve.
Lo studio svolto sulle vigne di Brolio, durato complessivamente tre anni, è stato condotto dal Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia di Firenze, dall’Unità di Ricerca in Viticultura di Arezzo e dal Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’agronomo della Barone Ricasoli Massimiliano Biagi.
“La zonazione - spiega Biagi - ci ha permesso di conoscere con precisione le caratteristiche pedologiche dei nostri terreni, dalle origini agli aspetti chimico-fisici, e il comportamento vegeto-produttivo del sangiovese nelle diverse tipologie di suolo e microclima”.
La ricerca ha evidenziato la presenza nell’area di Brolio di diciannove suoli diversi, mostrando una composizione del terreno variegata e riscontrabile in gran parte della zona del Chianti Classico. Scopo del progetto e’ giungere alla padronanza del patrimonio viticolo orientandosi verso una “viticoltura di precisione”, moderna e sostenibile, fatta di azioni mirate condotte nel rispetto del terreno e dell’ambiente. “L’incremento della conoscenza”, spiega Francesco Ricasoli, “permette tempestività, precisione, risparmio di energie e di prodotti”.