Imprese storiche familiari, i rischi genetici presenti del ricambio generazionale

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Da sempre, le imprese ultracentenarie italiane vivono le loro secolari esperienze dibattute tra l’esigenza di conservare preziose tradizioni ed esperienze ultracentenarie e la necessità di rinnovarsi sul piano tecnologico per adeguarsi al cambiamento imposto dei tempi.
Data la loro fisiologica e genetica struttura, le imprese ultracentenarie familiari devono ancor più affrontare problematiche complicate e spesso delicate, addirittura vitali per la loro stessa sopravvivenza.

Tra queste, il rapporto tra familiari e manager, il rinnovamento di un rapporto consolidato con le istituzioni politiche di riferimento a livello territoriale, e soprattutto il passaggio generazionale alla guida della proprietà.
Intervenendo proprio su quest’ultima tematica, il Prof Piero Roggi, Ordinario di Storia del Pensiero Economico all’Università di Firenze evidenzia come “una celebre teoria economica formulata da un economista inglese dell’800, Alfred Marshall, abbia sostenuto addirittura che il crepuscolo della dinastia economica familiare sia un fenomeno socialmente fisiologico, un accadimento ineludibile. C’è un meccanismo per cui, secondo Marshall, dopo la terza generazione tutto all’interno dell’impresa familiare tende a disfarsi. Secondo questa dottrina, la prima generazione è quella dei pionieri che risparmiano e accumulano; la seconda generazione quella che perfeziona l’opera dei fondatori perché spronata dagli stessi valori che hanno visto vivere in casa: la terza generazione, allevata nel dolce far niente, predilige lo spirito di proprietà a quello di intrapresa, si ritrae dagli affari, si gode la vita, e vivacchia riscuotendo affitti o staccando cedole delle azione avute in eredità”.
Insomma, le imprese ultracentenarie familiari sembrano soffrire un quotidiano e difficile esame con la storia. Compito delle istituzioni locali, ricorda sempre Roggi, “è quella di vestire i panni del ‘medico’ del sistema economico locale, finanziare generosamente il mutamento della generazione, scortare le imprese storiche verso la conquista dei mercati oltreoceano, come facevano gli inglesi dell’800, che affiancavano la marina militare quando si spostavano i convogli della Compagnia delle Indie. Ma anche favorire l’innovazione tecnica, come facevano i tedeschi del secolo scorso. C’è quindi bisogno, soprattutto in tempi difficili come quelli attuali,. di leggi regionali organiche che tutelino il patrimonio inestimabile rappresentato dalle imprese ultracentenarie familiari”.