L’Italia può vantare un primato importante, sostenuto da dati e non da opinioni. Le imprese italiane risultano essere le più etiche al Mondo, davanti a quelle di India e Cina, due colossi-produttori emergenti del panorama internazionale.
Il merito di questo successo, conseguito in un momento congiunturale sfavorevole sul piano economico, è della certificazione SA 8000 che vede il nostro Paese primeggiare con 799 imprese (il 34,29% del totale mondiale) con bollino socialmente responsabile, davanti a India (539 siti per il 33,13%) e Cina (339 siti per il 14,55%).
Un risultato che premia gli imprenditori italiani ma che è anche un riflesso della presenza sulla Penisola di realtà storiche ed ultracentenarie (in numero di circa 1800), quindi legate da sempre a un approccio etico al mondo della produzione, alla tutela dei diritti dei propri lavoratori, ad una manodopera che spesso si rinnovano all’interno dell’azienda generazione dopo generazione, alla responsabilità verso la comunità e l\'ambiente, due elementi che spesso, nel caso delle imprese ultracentenarie, si identificano con il territorio di nascita e di appartenenza dell’impresa stessa.
Il Made in Italy può quindi ancora vantare agli occhi del Mondo una sua cristallina credibilità dal punto di vista etico, della trasparenza dei processi produttivi, del rispetto degli standard socio-ambientali dei propri fornitori, della tutela dei lavoratori. Una recente indagine di Gfk Eurisko per la Fondazione Sodalitas ha evidenziato infatti come il 76% degli italiani ritenga molto importante che l\'impresa possa garantire la sostenibilità della propria filiera e che un quarto dei consumatori sceglie quali prodotti acquistare anche in base all\'eticità della filiera.
Una concezione etica comune a tutto il sistema produttivo italiano, che nel caso delle imprese ultracentenarie assume un valore aggiunto alla qualità e all’originalità dei prodotti e dei servizi realizzati nell’alveo di una tradizione e di una esperienza ultracentenarie.