L'intervento del sociologo Francesco Morace all’assemblea annuale della UIST

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E’ stato un intervento ricco di spunti di interesse, anche in relazione all’attività e al futuro delle Unione Imprese Storiche Toscane, quello che ha visto protagonista lo scrittore e sociologo Francesco Morace, gradito ospite all’assemblea generale della UIST di fine marzo.
Nelle sale dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze – presenti tra gli altri l’assessore alla attività produttive e turismo del Comune di Firenze Silvano Gori e l’onorevole di FI Monica Baldi - Morace ha parlato di temi di stretta attualità, contenuti nel suo ultimo saggio “The Sense of Italy” (Il senso dell’Italia, Libri Scheiwiller), un’opera nella quale l’autore invita a credere, ed a sperare, in un ‘terzo miracolo italiano’, con il nostro Paese di nuovo protagonista – con la sua vocazione estetica, le sue potenzialità creative, i suoi prodotti di inimitabile qualità – sulla scena del mercato globale.
“Vi sono oggi grandi aziende di tutto il Mondo che sperano di creare, di realizzare cose che noi in Italia già abbiamo – ha esordito Morace - E’ questo il grande paradosso italiano. All’estero si ha sempre la percezione di una qualità italiana che è sinonimo di ‘saper vivere’, ma noi sembriamo non accorgersene perché parliamo sempre troppo dei nostri vizi e sempre troppo poco delle nostre virtù. L’importante per il futuro sarà comprendere la necessità di ‘sprovincializzarsi’ e di dare inizio a situazioni stabili di successo che prescindano dai singoli soggetti. L’Italia potrà giocare la partita della globalizzazione solo se prenderà coscienza delle proprie potenzialità, e senza snaturare niente di se stessa. La società globale sta andando verso i nostri valori ‘qualitativi’, sta a noi sfruttare le nostre virtù. Essere leader senza saperlo è un po’ un peccato…”
L’intervento di Morace si è posto altresì in stretta sintonia con l’attività della UIST e dei suoi associati. “Anche le Imprese Storiche Toscane possiedono quei requisiti indispensabili per affrontare la sfida al mercato globale nel terzo millennio – ha aggiunto Morace - ovvero sono depositarie di empatia relazionale, capacità esperienziale e autenticità. Sono forti della loro identità, ed anche questo è un presupposto unico per recitare un ruolo da protagonisti nella odierna globalizzazione”.
L’intervento di Francesco Morace a Firenze si è anche soffermato su quell’idea di Terzo Rinascimento, dei cui valori anche le Imprese Storiche Toscane sono sincere depositarie, e sul concetto di tradizione/innovazione “E’ tuttavia importante che tradizione e innovazione risultino sempre un mix ben equilibrato – ha concluso Morace - e che ogni impresa storica abbia la consapevolezza di una forte identità che non è statica ma dinamica. E’ impossibile rinnovarsi senza perdere per strada, anche dolorosamente, qualcosa del proprio passato.”