La Unione Imprese Centenarie Italiane sarà presente venerdì 21 e sabato 22 ottobre alle celebrazioni di Procida Capitale della Cultura 2022.
Dopo Parma, dunque, l’associazione dei marchi più longevi del Made in Italy porterà il proprio contributo storico anche su questa splendida isola-gioiello espressione della sostenibilità e della biodiversità culturale.
In piena condivisione con il Comitato Organizzatore di Procida 2022, la Unione Imprese Centenarie Italiane sta elaborando un ricco programma di eventi e di iniziative inserito nel Progetto Centum: un format già sperimentato con successo a Parma e che prevede focus e convegni sulle tematiche del mondo imprenditoriale, un Premio di Laurea che intende promuovere i valori della cultura d'impresa presso le nuove generazioni, oltre alla II edizione del Premio CENTUM©. Tale riconoscimento, rappresentato da un manufatto artistico, vede come destinatari personalità che, con la propria opera, abbiano saputo apportare significativi contributi alla storia culturale, sociale, civile, economico dell’Italia e che abbiano contribuito al progresso nazionale quale esponente della più pura espressione dell'eccellenza del lavoro italiano nel Mondo. Nel 2021 è stato assegnato a Don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli.
Le iniziative della Unione saranno altresì condivise con il MIBACT (come Ente patrocinatore), il Comune della Città designata annualmente Capitale Italiana della Cultura, il relativo Comitato organizzatore, e con le imprese centenarie del territorio di "Procida Capitale Italiana della Cultura 2022”, la locale Associazione Industriali, le Università e altre rilevanti organizzazioni locali.
Con un programma articolato in 4 progetti, 40 opere originali, 8 monumenti e siti rigenerati, grande partecipazione della popolazione e 240 artisti coinvolti e raccolti nello slogan “La cultura non isola”, Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 sarà inaugurata a marzo per il protrarsi dell’emergenza Covid.
“Procida 2022 – spiega il direttore della manifestazione Agostino Riitano - è la metafora della condizione di un luogo contemporaneo: in un mondo dove siamo tutti isole, cerchiamo di costruire arcipelaghi e la cultura farà da malta per costruire ponti”.