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Marchio: investire significa difendere.
La conferma arriva dal convegno di Castellina inChianti

 

 

“Un marchio deve rispondere ai requisiti di novità, distintività e liceità. Ogni imprenditore deve essere consapevole che investire su un marchio significa anche essere pronti ad investire negli strumenti di difesa del marchio stesso”. Lo ha affermato l’avvocato civilista Manfredi Burgio nel suo intervento al convegno “Marchio d’impresa: tutela civile e penale”, organizzato dalla Unione Imprese Storiche Italiane e tenutosi venerdì 24 marzo presso la Luigi Cecchi e Figli di Castellina in Chianti (Siena), impresa ultracentenaria che dal 1893 opera nel settore vitivinicolo.

Il convegno, inserito nel tradizionale Incontro di Primavera dell’associazione, ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei brand ultracentenari aderenti alla Unione Imprese Storiche Italiane e ha affrontato il tema dei profili civilistici del marchio (tratteggiando le caratteristiche del marchio, la sua disciplina  e le varie sue tipologie, sia per quanto concerne il marchio nazionale che quello comunitario) e quelli penali (contro le aggressioni nazionali e internazionali al marchio).

“L’attuale sistema economico sempre più globalizzato porta alla circolazione di prodotti contraffatti e realizzati a costi bassi - ha aggiunto Burgio  - ma recentemente sono stati predisposti sistemi di difesa tramite informazioni tra dogane che riescono ad arrivare alla fonte del processo di contraffazione per tutelare le merci delle imprese d’eccellenza, ovvero delle imprese che sono più soggette a subire danni non solo economici ma soprattutto d’immagine”. Con riferimento al settore vitivinicolo, l’altro relatore del convegno, l’avvocato penalista Alessandro Becattini, ha aggiunto: “Essendo quello del vino uno dei settori più soggetti a sofisticazioni e alterazioni, necessità di investimenti capillari sotto il profilo della tutela del marchio. Investimenti che devono essere destinati alla ricerca, repressione e punizione di queste attività criminose. Mi riferiscono anche e soprattutto alla tutela dell’attività dei consorzi del vino che riguardano interessi regolati dall’adozione di specifici disciplinari”.

Quello del marchio è sempre stato un tema di primaria importanza per l’Unione Imprese Storiche Italiane. L’associazione, nata nel 2000 a Firenze e divenuta italiana nel 2012, raccoglie oggi 45 brand testimoni del Made in Italy più longevo e affidabile appartenenti a 8 regioni d’Italia (Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Nel 2017 è entrato a far parte dell’Unione anche la Mazzetti d’Altavilla 1846 di Altavilla Monferrato (Alessandria), la più storica grapperia del Nord-Ovest e una delle più antiche di tutta Italia.

L’incontro di Primavera 2017 dell’Unione Imprese Storiche Italiane ha visto anche lo svolgimento dell’assembla ordinaria dell’associazione con la ratifica delle nomine di Fortunato Amarelli e Gaddo Della Gherardesca rispettivamente alle cariche di Presidente del Distretto Italia Meridionale e Presidente del Distretto Italia Settentrionale. “Questa associazione – ha detto Amarelli – ha uno straordinario patrimonio di heritage che deve essere valorizzato al meglio”. “Sarà importante creare anche percorsi di visita alla scoperta delle eccellenze manifatturiere, storiche e culturali delle imprese associate, aziende che tutti ci invidiano, sia in Italia che all’estero” ha aggiunto Gaddo Della Gherardesca.