Incontro di Primavera presso Luigi Cecchi & Figli

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Si è tenuto lo scorso 24 marzo, presso la Luigi Cecchi e Figli di Castellina in Chianti (Siena), impresa ultracentenaria che dal 1893 opera nel settore vitivinicolo, il tradizionale Incontro di Primavera della Unione Imprese Storiche Italiane, primo appuntamento stagionale dell’associazione che oggi raccoglie 45 testimoni di eccellenza del Made in Italy.

 

 

La giornata si è aperta con lo svolgimento dell’Assemblea Ordinaria dell’Unione, nella quale sono stati presentati i due nuovi presidenti dei Distretti Italia Settentrionale e Italia Meridionale, rispettivamente nelle persone di Gaddo Della Gherardesca (vicepresidente di Prs Mediagroup e appartenente alla storica famiglia che da 37 generazioni è proprietaria del Castello di Castagneto Carducci), e di Fortunato Amarelli (rappresentante dell’impresa Liquirizia Amarelli 1731 di Rossano).

 

 

Nel corso della sua relazione all’Assemblea, il presidente dell’Unione Eugenio Alphandery ha ricordato “la massa critica dirompente del Made in Italy costituita dagli attuali 45 associati che possono vantare oltre 10.000 anni di storia, di tradizione, di lavoro etico e di spiccato spirito innovativo”, e ha riferito degli sviluppi del progetto legato allo studio della realizzazione di un nuovo Marchio Collettivo dell’associazione, uno strumento al quale l’Unione sta dedicando importanti energie e attenzioni.

 

 

Nel pomeriggio, sempre nei bellissimi spazi della Luigi Cecchi e Figli 1893, si è tenuto il convegno ““Marchio d’impresa: tutela civile e penale” che ha visto le relazioni degli avvocati fiorentini Manfredi Burgio (civilista) e Alessandro Becattini (penalista).

 

 

 

“Un marchio deve rispondere ai requisiti di novità, distintività e liceità. Ogni imprenditore deve essere consapevole che investire su un marchio significa anche essere pronti ad investire negli strumenti di difesa del marchio stesso” ha detto Manfredi Burgio nel suo intervento nel quale ha tratteggiato le caratteristiche del marchio, la sua disciplina  e le varie sue tipologie, sia per quanto concerne il marchio nazionale che quello comunitario. “L’attuale sistema economico sempre più globalizzato porta alla circolazione di prodotti contraffatti e realizzati a costi bassi - ha aggiunto Burgio  - ma recentemente sono stati predisposti sistemi di difesa tramite informazioni tra dogane che riescono ad arrivare alla fonte del processo di contraffazione per tutelare le merci delle imprese d’eccellenza, ovvero delle imprese che sono più soggette a subire danni non solo economici ma soprattutto d’immagine”.

 

 

Con riferimento al settore vitivinicolo, l’altro relatore del convegno, l’avvocato penalista Alessandro Becattini, ha precisato che “essendo quello del vino uno dei settori più soggetti a sofisticazioni e alterazioni, necessità di investimenti capillari sotto il profilo della tutela del marchio. Investimenti che devono essere destinati alla ricerca, repressione e punizione di queste attività criminose. Mi riferisco anche e soprattutto alla tutela dell’attività dei consorzi del vino che riguardano interessi regolati dall’adozione di specifici disciplinari”.

 

 

L’Incontro di Primavera si è concluso con una visita all’impresa storica Luigi Cecchi e Figli 1893, alla presenza di Cesare Cecchi, insieme al fratello Andrea titolare del brand di Castellina in Chianti. Oggi l’azienda Luigi Cecchi e Figli 1893 è capace di produrre grandi numeri accanto a selezioni di qualità centrate sull’esaltazione degli autoctoni toscani. Negli anni l’attività si è espansa dal Chianti Classico fino a comprendere possedimenti a San Gimignano (Castello di Montaùto), in Maremma (Val delle Rose) e in Umbria (Tenuta Alzatura), aree di produzione delle rinomate DOCG Vernaccia di San Gimignano,  Morellino di Scansano e Montefalco Sagrantino. Attualmente le proprietà della Luigi Cecchi e Figli 1893 superano i 300 ettari di superficie con una produzione annua di circa 8 milioni di bottiglie suddivise in 27 diverse etichette.