I disegni di Sartorio in mostra alla Libreria Gonnelli Firenze
Il cospicuo nucleo di disegni a tempera eseguiti da Sartorio per illustrare Le feste romane di Ruggero Bonghi, edito a Milano da Hoepli nel 1891, sarà oggetto di una esposizione allestita fino al 31 maggio nella sede della Libreria-Casa d’Aste-Casa d’Arte Gonnelli (Via Fra' Giovanni Angelico 49 a Firenze) in concomitanza della prossima sessione primaverile di grafica antica, moderna e contemporanea nella quale verranno presentati in asta.
Il ritrovamento degli originali consente di apprezzarne per la prima volta il pregio rispetto alla loro riproduzione fototipografica nel volume, incapace di rendere giustizia alla loro valenza estetica. In essi si possono inoltre rilevare alcune salienti caratteristiche relative a una fase cruciale nell’evoluzione artistica sartoriana. Il libro di Bonghi, illustre politico e letterato italiano, deputato e ministro dell’istruzione durante il governo Minghetti, offre una descrizione dettagliata, divisa per ogni mese dell’anno, delle feste e delle celebrazioni religiose romane antiche come le Saturnali, le Lupercali, le Calende e molte altre dalla fondazione di Roma fino alla fine dell'Impero romano.
Il frontespizio dichiara che le illustrazioni furono eseguite da Ugo Fleres e Giulio Aristide Sartorio, ma è fuori dubbio che fu soprattutto quest’ultimo a lasciare la propria impronta originale nell’apparato figurativo e a lui spettarono non casualmente tutte le tavole fuori testo.
Tuttavia questo lavoro di Sartorio sembra essere sfuggito finora ai riflettori dei massimi esperti, forse perché ritenuto di minore importanza sia rispetto al suo antecedente contributo “bizantino” all’Editio picta dannunziana dell’Isaotta Guttadauro (1886) che ad altri lavori più maturi e significativi come Christus e Sibilla di parecchi anni successivi.
Nel 1889 l’artista aveva intrapreso un viaggio a Parigi accompagnato da Francesco Paolo Michetti che gli aveva fatto conoscere la pittura di paesaggio della scuola di Barbizon, con lo scopo di aprirgli nuovi orizzonti per superare il formalismo della cultura accademica e pompier da cui era ancora in parte condizionato. Nell’anno seguente, durante il soggiorno abruzzese ospite di Michetti a Francavilla a Mare, Sartorio veniva spinto dall’amico a ritrarre dal vero scorci di campagna e nacque una serie di pastelli lunghi e stretti dall’orizzonte ribassato il cui taglio caratteristico lo si ritrova anche in alcune illustrazioni per le testate delle Feste romane.
A corollario della mostra saranno esposte delle rare prove di stampa per Christus, poi pubblicate nel volume omonimo di Fausto Salvadori edito in edizione di lusso nel 1932. Due grandi tavole appartenenti a questo nucleo (anch’esso presentato in asta) sono datate 1912 e dimostrano che a quella data Sartorio stava già lavorando al progetto illustrativo (un’altra tavola datata 1914 reca la dedica autografa a Salvadori), in parallelo con quello per il dramma Sibilla. In entrambe le opere Sartorio adottò la stessa tecnica, ossia incisioni a rilievo su zinco che una volta stampate davano l'effetto di xilografie. Questo procedimento fu ideato dall'artista nei primi anni Dieci perché non abituato a incidere direttamente il legno, ma desiderava ugualmente operare in sintonia con la svolta che la moderna xilografia stava intraprendo anche in Italia sulle pagine de "L'Eroica", mediante l'adozione di linguaggi sempre più sintetisti ed espressionisti sfociati nella cosiddetta "secessione" dagli eccessi calligrafici del Liberty e dal neo-rinascimentalismo di scuola decarolisiana.
La trasposizione a rilievo su zinco con effetto xilografico delle chine delineati a penna consentiva all’artista la semplificazione delle immagini nel rapporto bidimensionale del bianco e nero e la sua passione fotografica contribuiva al nuovo taglio compositivo di molte rappresentazioni, utile a esaltare il carattere drammatico delle scene.
Saranno in mostra anche il volume completo di Sibilla edito da “L’Eroica” nel 1922 e i due fascicoli della rivista spezzina dove comparvero per la prima volta i primi saggi delle illustrazioni (1912-1913). Esposti inoltre acqueforti ed ex libris realizzati dall’artista per Gabriele d’Annunzio e per se stesso.