Conoscenza - Maggio 2021
La conoscenza è parte fondante la cultura degli individui e delle organizzazioni. In una prospettiva aziendale essa si propone come uno dei fattori produttivi primari assieme a fiducia e creatività. Dal punto di vista etimologico il termine deriva dal latino cognoscere, da cui l’italiano conoscere che, a sua volta, rimanda alla condizione per la quale si dispone di ampia e approfondita cognizione in merito ad un qualcosa.
Per l’azienda la conoscenza rappresenta l’insieme dei saperi disponibili in ogni ambito delle attività necessarie al compimento del processo produttivo e in senso più ampio alla complessiva gestione dell’organismo aziendale. Saperi apportati dalle persone che danno vita all’organizzazione, dai partner con i quali l’impresa costruisce la propria la rete di relazioni e dalle tecnologie impiegate, portatrici, a loro volta, delle conoscenze di chi le prodotte e di chi le ha scelte.
In sostanza, per l’impresa la conoscenza rappresenta la consapevolezza tecnica, economica, organizzativa, tecnologica, mercatistica e relazionale che in un agire collettivo e sistemico perviene alla generazione del prodotto indirizzato al mercato. In questo senso essa raccoglie in sè l’apprendimento, il saper fare e il sapere perché fare riferiti ad un determinato contesto produttivo.
La conoscenza può essere acquisita nel tempo attraverso i sensi, lo studio e l’esperienza.
Lo studio e i sensi consentono di trasferire tra persone la conoscenza che si può in qualche modo codificare, ad esempio in un libro, una lezione, un convegno o un seminario. Consentono cioè di trasferire quella che si definisce conoscenza esplicita.
Spesso, però, la conoscenza non può essere codificata. Si pensi al saper fare le cose a regola d’arte o il saper decidere in una condizione di complessità secondo logiche intuitive, piuttosto che semplicemente razionali. Si è in questo caso nel campo di quella che viene definita conoscenza tacita, che come tale può essere trasferita solo attraverso un apprendimento basato sullo stare insieme, gli uni accanto agli altri. Può essere trasferita, cioè, solo per socializzazione tramite affiancamento e narrazione.
È questa la forma principale di diffusione di conoscenza per esperienza, attraverso la quale è possibile trasmettere anche il sapere che non si sa di possedere, perché semplicemente vissuto nell’azione quotidiana e mai schematizzato nelle sue forme e nel suo divenire.
Va da sé che il livello di conoscenza disponibile rappresenta per l’azienda un primario ed essenziale ingrediente di competitività, poiché da quello dipendono la qualità dei processi e i tratti dell’innovazione possibile per la valorizzazione dell’unicità del sapere distintivo aziendale. Da questo punto di vista, risulta critica la capacità di alimentare con continuità la dotazione di conoscenza disponibile, che l’inarrestabile progredire scientifico, tecnologico e sociale in breve tempo può mettere in discussione.
Dotazione che, da una parte, può essere assicurata dall’autoproduzione di conoscenza attraverso lo scambio di saperi tra i componenti dell’organizzazione nei loro vari ruoli in una prospettiva interfunzionale e intergenerazionale e, dall’altra, attraverso l’interiorizzazione di conoscenza prodotta dalla rete di relazioni cui l’impresa partecipa e dalla ricerca nell’ambito delle conoscenze applicabili al settore all’interno del quale si dipana il processo produttivo aziendale.
Né vanno sottovalutate in questo percorso competitivo le possibili contaminazioni tra conoscenze collaterali, diverse da quelle tipicamente riversate nel processo produttivo aziendale, e caratterizzanti il profilo culturale delle persone partecipi dell’organizzazione. È questo il caso, ad esempio, delle competenze in qualche campo dell’arte o dell’informatica, foriere di stimoli alla creatività e alla costruzione del bello e del bene che possono contraddistinguere il modo d’essere dell’impresa.
Alla base di questo processo di costante apprendimento, frutto di un costruttivo dialogo interno ed esterno all’impresa, si pone lo stare bene in azienda delle persone che popolano l’organizzazione. Condizione che scaturisce dal sentirsi parte di un ambiente lavorativo al quale si desidera appartenere per il significato che riveste per se stessi e per la comunità.
Condizione, questa, frequentemente riscontrabile nelle imprese centenarie nelle quali è diffuso l’orgoglio di lavorare in organizzazioni depositarie di una competenza che ha dimostrato di saper attraversare il tempo, e quasi andare al di là di esso, grazie alla capacità di rigenerazione continua delle conoscenze richieste dal divenire del contesto ambientale.
Imprese che rappresentano, così, patrimoni di inestimabile valore per il territorio di appartenenza e il suo desiderio di progredire in diffusione e sviluppo di una imprenditorialità sostenibile.