I marchi storici come patrimonio culturale del Paese
Alle volte la tastiera del computer crea associazioni mentali curiose, come quando digitando una data ci si sbaglia e così il desiderato 1948 diviene d‘incanto, per errore, 1498 oppure, il desiderato 2019 si trasforma in un 2119 con due balzi nel tempo non indifferenti: in un passato molto lontano e in un futuro temporalmente più vicino, ma che la rapidità dell’innovazione e del cambiamento odierno colloca in un orizzonte lontanissimo e imperscrutabile.
In questi casi abbiamo due possibilità, accettare la sfida della serendipity afferrando quell’associazione come possibile fonte di idee, oppure correggere l’errore e rientrare così nel nostro dominio conosciuto.
Se ci si lascia guidare dal fascino della curiosità lanciata sui territori sui quali si sta riflettendo in quel momento, nel mio caso il valore dei marchi storici, si possono sollevare veli su aspetti che ancora non avevano trovato una loro puntuale collocazione concettuale.
L’associazione mentale che si crea in riferimento all’ipotetico anno 1498, spinge infatti a soffermare l’attenzione sul fatto che pochi anni dopo la scoperta dell’America, del tempo di Lorenzo il Magnifico, nel periodo di Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Michelangelo Buonarroti, Pico della Mirandola, già si erano manifestate delle scintille imprenditoriali generatrici di imprese che esistono tuttora. Aspetto questo ben conosciuto, ma sul quale l’errore numerico di digitazione induce a soffermare l’attenzione.
Come questo sia stato possibile è questione aperta a tante valutazioni, ma che quelle aziende con i marchi che le rappresentano siano parte del patrimonio culturale del Paese diviene chiaro, perché il capitale intellettuale di tipo imprenditoriale che le ha generate e guidate nel tempo è scaturito dal territorio in cui sono nate con i paesaggi, le conformazioni fisiche naturali, gli insediamenti, le relazioni, le tradizioni, i saperi, le inclinazioni, il desiderio di futuro, la ricerca del bello, del bene e del buono che ne contraddistinguono il carattere.
Così i marchi storici, con la capacità che hanno rivelato di superare la sfida del tempo in un incessante susseguirsi di tradizione e innovazione, rappresentano delle vere e proprie opere d’arte viventi e in continua evoluzione nel divenire delle imprese che con loro si incamminano sul sentiero della longevità. Opere che riflettono lo stile di vita che contraddistingue il nostro Paese e che come tali debbono essere tutelate in quanto preziosi ponti lanciati sul futuro.
Claudio Baccarani (Osservatorio Scientifico-Culturale UISI)